ARCICONFRATERNITA DEL SS. SACRAMENTO IN S. MARIA MAGGIORE

L'arciconfraternita del Santissimo Sacramento è stata istituita nella chiesa di San Pietro nel 1549.
L'arciconfraternita non ebbe inizialmente una sede stabile e utilizzava come deposito per gli abiti, le torce e i libri un locale, poi divenuto di sua proprietà, sul retro del campanile della cattedrale di Santa Maria Maggiore, presso il cimitero. Il locale, che in seguito fu chiamato "Segreto vecchio", si trovava all'angolo dell'antica "strada Sant'Angelo" (poi "strada Salmense" e dal 1876 via Dabenevoli).
La chiesa di San Pietro, originaria nel 1180, era stata demolita per consentire l'uso dei cannoni del castello di Barletta, e fu ricostruita tra il 1549 e il 1595, davanti la cattedrale, con il contributo dei confratelli e dei fedeli. La confraternita nello stesso 1549 aveva ottenuto dall'arcidiocesi di Trani la cessione di un'area dove si trovavano i ruderi di una domus hospitalis e due piccole case.
L'arciconfraternita ancora oggi esercita lo jus patronatus sulla cappella e stabilìsce in essa la sede per le riunioni e per la vestizione. Nel 1557 fu costruita nella chiesa di Santa Maria Maggiore una seconda cappella per la custodia del Santissimo Sacramento, dato che in quella precedente si manifestava un'umidità persistente e nel 1596 l'istituzione contribuì al rifacimento del pavimento della chiesa.
Tra il 1623 e il 1631 l'arciconfraternita fece edificare nella cattedrale la cappella del Santissimo Sacramento, trasformando la primitiva sacrestia e la cappella appartenuta alla famiglia Pappalettere. Una lapide all'interno della cappella, addossata alla parete, riporta la notizia della donazione della cappella all'arciconfraternita da parte della famiglia Pappalettere, il suo ingrandimento "sin dalle fondamenta" e la nuova dedica con la data.
Nel 1799 i confratelli si incaricarono della ricostruzione dell'urna rivestita in argento che dalla peste del 1656 era utilizzata per portare il processione l'Ostia consacrata e che era stata requisita dalle truppe francesi d'occupazione. Nel 1809 le pie istituzioni laicali furono sottoposte alla tutela del "consiglio superiore degli ospizi".
Inizialmente i membri erano scelti tra i nobili e i primi civili di Barletta per morigeratezza dei costumi e per pia pratica religiosa. Oggi, per aderirvi, l'interessato deve farne esplicita richiesta scritta. Tale richiesta viene valutata dal Priore e dall'Assemblea dei Confratelli che, in caso di accettazione, invita il richiedente ad un periodo di noviziato di un anno che parte la Domenica delle Palme. La cerimonia di entrata nell'Arciconfraternita è fissata per la Domenica delle Palme nell'anno successivo all'inizio del noviziato. Durante la messa il priore, giunto sull'altare, chiama per nome e cognome il nuovo confratello che alzandosi si porta ai piedi dell'altare. Qui, il padre spirituale inizia la cerimonia di vestizione, che avviene con l'aiuto del confratello più anziano, che si conclude con la lettura del giuramento e la benedizione.
Il Giovedì Santo, durante la solenne Messa serale "in Cena Domini", è ripresentata la lavanda dei piedi, per commemorare il gesto compiuto da Cristo il giorno precedente alla sua morte. Tale rito, comune a tutto il rito romano, è contraddistinto dalla partecipazione del Sindaco della Città, in accordo ad una tradizione risalente al XVI secolo. Dodici tra i confratelli più giovani scoprono il piede destro mentre il sacerdote, inchinandosi, li lava li e bacia. La tradizione vuole che il Sindaco porti il catino con l'acqua per questo rito sacro.
Segno distintivo dell'arciconfraternita è un calice sormontato dall'ostia, fatto scolpire sulle proprietà dell'istituzione. Esisteva anche un Monte di Consore, per le donne, le quali avevano una sepoltura riservata in Santa Maria Maggiore. L'arciconfraternita eleggeva il giorno della ottava del Corpus Domini nella cappella di San Pietro il proprio vertice amministrativo, costituito da priore, procuratore, cascerio e due razionali. La presa di possesso della nuova amministrazione veniva connotata con il canto del Veni Creator Spiritus intonato dall'arciprete del capitolo di Santa Maria Maggiore, il quale esplicava il compito di direttore spirituale.
Ogni anno, l'Arciconfraternita accompagna la processione del Venerdì Santo che partendo dalla Cattedrale di Santa Maria Maggiore sosta in piazza Plebiscito per la messa per poi tornare in cattedrale. Ogni confratello assolve ad uno specifico ruolo:
  • il priore accompagna, sostenendo l'ombrello a coprire il Santissimo Sacramento;
  • 6 confratelli portano il Baldacchino che sovrasta e accompagna il Santissimo Sacramento;
  • 1 confratello porta la Croce;
  • i restanti confratelli sfilano in due file parallele portando un cero acceso.
I documenti riguardanti l'attività dell'arciconfraternita, all'inizio del secolo scorso, in numero di 42, unitamente ad altre charte, sono custoditi dall'arciconfraternita stessa. Bolle di sospensione della processione penitenziale del Venerdì Santo, emesse dagli arcivescovi di Trani succedutisi negli anni, e relativi promemoria difensivi, esistono nell'archivio diocesano. Diversi atti notarili testimoniano di lasciti all'arciconfraternita e altri documenti relativi alla pia istituzione si conservano nel "Codice diplomatico barlettano".

 - Testo tratto da Wikipedia
- Foto tratta dal sito Settimana Santa in Puglia.
** Un sentito ringraziamento vada all'amico dott. Giuseppe Antonio Dibari per avermi fornito preziose indicazioni per la realizzazione di questa scheda monografica sulla Settimana Santa di Barletta.