VENERDI' SANTO MATTINA - Processione Eucaristica

La Processione Eucaristica del Venerdì Santo, "la più singolare e rinomata del regno e fuori ancora" (Bonorum della Congrega del Santissimo in S. Maria, 1719), ci ricorda il voto fatto dalla città di Barletta nel 1656. A causa della peste che decimava la popolazione i Canonici di S. Maria portarono scalzi per le vie della città la Santissima Eucaristia implorando la cessazione del morbo che aveva già mietuto molte vittime. 
Era il Giovedì Santo del 1656, il giorno seguente nevicò e i cittadini scorsero in quel segno "purificatore" l'intervento divino. Il terribile morbo cessò e il Governo cittadino il 29 luglio dello stesso anno deliberò quanto segue: "ricordevole questa Città di essere stata altre volte liberata da simili mali di pestilenza dalla Santissima Eucaristia, onde ogni anno nella sera del Venerdì Santo ne celebra l'anniversaria e votiva memoria… Onde noi Sindaco, Eletti e Deputati in nome di tutto il Pubblico, ricorrendo ne' presenti bisogni alla misericordia di Cristo Sacramento, al Santo Legno della Croce … facciamo voto e giuriamo (intendendo d'obbligare a tal voto e giuramento le nostre vite, e di tutti i nostri Cittadini presenti e futuri) di far fabbricare un trofeo delle Divine misericordie, acciò sia questa Città libera dal contaggio; una Cassa o urna di argento di valore di scudi duecento, nella quale si debba portare in processione per la Città il Santissimo Sacramento il Venerdì Santo a sera". (Storia di Barletta, Sabino Loffredo, 1893).

Mons. Salvatore Santeramo fa risalire l'antica tradizione ad un altro periodo di grandi pestilenze: nel 1503-1504. Ad avvalorare tale ipotesi cita un documento tratto dal "Repertorio delle pergamene del Comune di Barletta", nel quale la Municipalità dell'epoca sottoscrive: "finita la peste del 1503-1504, dopo aver fatta la prima processione del Giovedì Santo nel marzo, il 20 dicembre del 1504, rinnovò le convenzioni con l'Arcivescovo di Trani. E così … collo stesso Arcivescovo la Città di Barletta concordò un nuovo obbligo: quello della processione del Corpo di Cristo di detto Giovedì Santo". A confermare tale fonte vi è anche una pergamena del 1508 e la Bolla di Papa Leone X del 1517. "Questa processione … cominciata il Giovedì dall'anno 1504, rimessa al Venerdì verso il 1548, merita anche oggi di essere con grande rispetto conservata e di essere risollevata al suo stato primiero, affinché per disgrazia di tempi non venga a decadere da quello splendore con cui nacque e rifulse nella storia della città nostra" (La peste del 1656-57 a Barletta, Salvatore Santeramo, 1912).
"Austera solennità" e "viva commozione" suscitano ancora questi rituali pasquali che si discostano dalle tradizionali e più coreografiche processioni della Settimana Santa delle città limitrofe: "S'inizia con una serie di confraternite - ciascuna preceduta da una croce e dal pallio; segue il clero secolare e regolare, indi un ricco baldacchino, sotto il quale quattro canonici a piedi nudi reggono l'urna d'argento contenente la SS. Eucaristia. Segue il Sindaco che porta il cero, tra due valletti comunali in costume settecentesco … La Processione sosta nell'ampia Piazza Plebiscito in mezzo alla quale l'urna è deposta su di un catafalco. E' allora che intona il Christus del nostro Curci, fervide invocazioni al Signore". (Barletta nella storia e nell'arte, Michele Cassandro, 1957).


Fino a poco tempo fa i sindaci portavano al collo la chiave che apriva la preziosa urna d'argento in cui era deposta l'Eucaristia; toccava al primo cittadino custodire per tutto il periodo della cerimonia la chiave, quale garante del voto fatto, questo atto simbolico sanciva una volta di più il legame della pubblica amministrazione con tale secolare rituale.

- Testo a cura della dott.ssa Marina Ruggiero.
-  Foto tratte dal web.


** Un sentito ringraziamento vada all'amico dott. Giuseppe Antonio Dibari per avermi fornito preziose indicazioni per la realizzazione di questa scheda monografica sulla Settimana Santa di Barletta.