Reliquia della S. Croce (Cattedrale di S. Maria Maggiore)

Un’altra croce patriarcale contenente frammenti del S. Legno è custodita nella chiesa di S. Maria Maggiore di Barletta.
Il Can. Salvatore Santeramo scriveva: “Come questa del S. Sepolcro, molto importante è anche la Croce binata o Patriarcale della nostra cattedrale, sebbene più negletta e quasi sconosciuta. Fu di proprietà del Capitolo Nazareno sino al 1818, ma dopo l’unione dei due Capitoli, avvenuta nel 1829, questa Croce passò a S. Maria Maggiore, per sostituire l’altra Croce artistica confezionata nel 1568 dall’orefice barlettano Santo Andrea Medagliolo e scomparsa non si sa come”.
Questa croce patriarcale è alta 42,5 cm. ivi compresa l’altezza del bacolo pari a 11,5 cm. ed ha le due aste orizzontali rispettivamente di lunghezza pari a 22 cm. e a 15 cm. 
Artisticamente lavorata è arabescata e tempestata di pietre false e preziose. Di esse:
- sei sono poste alle estremità della Croce: tre bianche nella parte superiore dell’asta verticale e di quella piccola orizzontale; una rossa, a sinistra, e una verde a destra dell’asta orizzontale più lunga; una rosa nella parte inferiore dell’asta verticale;
- sette, di colore azzurro, sono così ripartite: tre (due e una) sull’asta orizzontale più lunga; quattro (due a due) sulla parte inferiore dell’asta verticale. Prima erano otto; sette, di colore giallo, sono disposte verso gli angoli dove le aste orizzontali intersecano quella verticale; manca quella nell’angolo superiore destro dell’asta orizzontale più lunga.
- Alla sommità dell’asta verticale si nota un gruppo argenteo composto da due figure: quella a sinistra guardando, è la Vergine Addolorata; l’altra, a destra, raffigura S. Giovanni. Tra queste due figure vi è il monte Calvario ai cui piedi è inciso un teschio. Sul Calvario si ergeva una crocetta che, spezzata, è andata smarrita.
“La sua vera provenienza ci è ignota - riferisce il Santeramo - sebbene non manca un inventario del 1727, tuttora nella chiesa nazarena, il quale ci fa sapere che questa croce fu consegnata dalla Serenissima regina Giovanna di Gerusalemme all’Arcivescovo”. Il Santeramo, considerato che nel regno napoletano le regine Giovanna sono due nel ciclo di un secolo, elenca la notizia tra le tradizionali. Il menzionato “Inventario della cattedrale chiesa di Nazareth” reca la data del 18 febbraio 1727 e tra gli altri oggetti descrive: “Una Croce Patriarcale con tre pezzetti di Legno della Vera Croce consegnata all’Arcivescovo di Nazareth dalla Serenissima Regina Giovanna di Gerusalemme d’argento indorato con piede d’ottone indorato con incassatura di legno nelli di cui forami vi sono disposti li detti tre pezzi del Santo Legno, essendo quel di mezzo grandetto quasi di tre dita lungo ed un dito largo e diverse pietre preziose ed altre grosse false”
Il Santeramo ha avuto modo di precisare, senza indicare le fonti, che “la croce binata proveniente dalla chiesa di Nazareth fu donata dalla regina Giovanna II”.
Per “assodare storicamente” questa notizia si è cercato di considerare la provenienza della croce e a quale Arcivescovo nazareno fu donata. Per risalire alla provenienza della croce, si fa riferimento allo stemma accartocciato d’argento posto sotto l’asta verticale. Su di esso sono incise tre foglioline. L’interrogativo posto dal Santeramo circa l’appartenenza all’Arcivescovo trova risposta negativa. Da un esame si deduce che lo stemma è dei reali di Francia. Le tre foglioline, poste due in testa ed una in punta dello stemma, sono tre fiordalisi o gigli di Francia, che, a partire dal XII secolo, rappresentano l’emblema della Casa di Francia.
I parenti della regina Giovanna II risalgono, con Folco V il Giovane, alla prima Casa d’Angiò. Alla morte del suocero Baldovino II, Folco V divenne re di Gerusalemme (1131-1143); i suoi successori assunsero la denominazione di “imperatore titolare di Costantinopoli”. Avendo, quindi, tenuto il Regno di Gerusalemme sin dalla prima Crociata, sicuramente i d’Angiò ebbero diversi frammenti del Santo Legno sin dall’epoca in cui furono “distribuiti”. Nel contempo si ricorda che Carlo III, padre della regina Giovanna II, nel 1369 aveva sposato Margherita, figlia di Carlo, duca di Durazzo. La regina Margherita concesse alla chiesa di S. Maria della Misericordia di Barletta e all’annesso ospedale quattro once dei diritti della tratta di Barletta (atto del 3 gennaio 1411). Alla sua morte (1412), il figlio Ladislao confermò (rescritto del 4 ottobre 1412) tali diritti all’ospedale sotto il titolo di S. Maria della Misericordia per i poveri a devozione della gloriosa Vergine Madre di Dio. Ciò è chiara manifestazione di una profonda devozione della Casa d’Angiò-Durazzo verso la chiesa barlettana, la qual cosa fa ritenere che fu proprio la regina Giovanna II a donare all’Arcivescovo nazareno la croce patriarcale che sicuramente le era pervenuta dai suoi predecessori che regnarono in Gerusalemme.
Per individuare l’Arcivescovo nazareno che ricevette in dono la croce patriarcale bisogna risalire all’epoca successiva in cui i Turchi conquistarono Tolemaide (1291).
In Barletta, gli Arcivescovi nazareni possedevano la chiesa di S. Maria di Nazareth e l’annesso ospedale.
L’Arcivescovo nazareno che era stato eletto nel 1307 era il francese fra Yvo. Trasferitosi in Barletta nel 1310, alla sua morte (1330) gli succedette il napoletano Pietro dell’Ordine dei Predicatori.
Al tempo in cui in Napoli regnò Giovanna II (1414-1435), Arcivescovi nazareni furono: fra Johannes Mexius O.M. (1423), fra Francus Insterius (stesso anno 1423) e fra Augustinus De Favoronibus dell’Ordine degli Eremitani di sant’Agostino (1431-1443). Fu a quest’ultimo, eletto Generale dell’Ordine da Papa Eugenio e chiamato beato per lo studio delle Opere di Sant’Agostino, che la regina Giovanna II donò la croce patriarcale contenente alcuni frammenti della Vera Croce, la cui autenticità è attestata da due bolle.
La prima bolla fu rilasciata a seguito della ricognizione fatta da Francesco Saverio Maria de Queralt d’Aragona, Vescovo di Squillace (Napoli, 2 novembre 1749.
La seconda bolla fu rilasciata dal Card. Giulio Maria (Roma, 9 aprile 1810) che, riconoscendole autentiche, con riverenza collocò le sacre particelle del Legno della Santissima Croce di Nostro Signore Gesù Cristo nella croce cristallina ornata e circondata di filograna d’argento “… reverenter collocavimus in Cruce cristallina filogranis argenteis ornata atque circumdata”.
Da una “Breve storia e inventario di Nazaret”, risalente al 1800, risulta che “Nella cappella dell’Archiepiscopio si conservano in icone sotto l’altare molte sacre reliquie specialmente tre pezzi del Legno della S. Croce che si espongono due volte l’anno nella cattedrale il Venerdì Santo e il giorno 3 maggio”. Quindi prima che la Croce fosse trasferita (1818) dalla chiesa di Nazareth alla chiesa di S. Maria Maggiore veniva esposta alla venerazione dei fedeli due volte l’anno.

- Testo e foto tratti dal sito del Centro Regionale Servizi Educativi Regionali.
** Un sentito ringraziamento vada all'amico dott. Giuseppe Antonio Dibari per avermi fornito preziose indicazioni per la realizzazione di questa scheda monografica sulla Settimana Santa di Barletta.