Reliquia della S. Croce (Basilica di S. Ruggero)

Frammenti della Vera Croce di nostro Signore Gesù Cristo sono gelosamente custodi dalle Benedettine-celestine del monastero di S. Ruggero (già S. Stefano) di Barletta.
Uno di tali frammenti è incastonato in una croce patriarcale.
Questa croce, non nota ai barlettani, ha le seguenti caratteristiche: è in legno rivestita di lamine d’argento dorato; l’asta verticale è alta 14,5 cm (oltre il bacolo di 11,5 cm.), l’asta lunga orizzontale è 12,1 cm, l’asta corta è 8,5 cm.
La parte anteriore della croce è arricchita di pietre colorate e di tre reliquie. L’asta verticale aveva dodici pietre, ora ne ha cinque; partendo dalla parte superiore, manca la prima, la seconda è verde, la terza è rossa, mancano la quarta e la quinta, la sesta è celeste, manca la settima, l’ottava è celeste, mancano la nona e la decima, l’undecima è rossa, manca la dodicesima. L’asta orizzontale superiore (o corta) ne aveva quattro, ora ne ha una: la penultima a destra, di colore verde. L’asta orizzontale inferiore (o lunga) ne aveva sei, ora ne ha quattro, alternate, la prima, la terza, la quarta e la sesta, tutte di colore verde.
Il segmento dell’asta verticale compreso tra l’asta corta orizzontale ed il centro dell’asta lunga reca, dall’alto verso il basso: una piccolissima reliquia di S.Giovanni Battista; una piccola teca cruciforme contenente un frammento del S. Legno, altra piccola teca (al centro dell’asta più lunga) con una particella di S. Leonardo.
Sulla parte posteriore della croce patriarcale sono cesellate:
- una colomba che raffigura lo Spirito Santo;
- Gesù crocefisso avente: le braccia stese e le mani inchiodate sull’asta corta ed i piedi inchiodati al centro dell’asta lunga dove sono evidenziati tre monti (Calvario) su cui si erge la Croce.
L’asta lunga, con proseguimento sull’asta verticale, reca la scritta gotica: “CRISTO UNICI - CRISTO RE”.
Non sono pervenute notizie né da fonti dirette né da fonti indirette come questa croce patriarcale sia pervenuta al monastero di S. Ruggero. Si può, comunque, ipotizzare la provenienza. Le piccole reliquie di S. Giovanni Battista e di S. Leonardo, entrambe contenute nella croce patriarcale, fanno supporre che essa sia appartenuta ai Cavalieri dell’Ordine Teutonico ed a quelli dell’Ordine di S.Giovanni Gerosolimitano.
La chiesa di S. Leonardo fuori le mura, quasi prospiciente alla chiesa di S. Giovanni Gerosolimitano, fu prima posseduta dall’Ordine Teutonico poi da quello di S. Giovanni Gerosolimitano. Quest’ultima circostanza discende da una relazione di Sacra Vista (1566) dalla quale risulta che “Al procuratore del Priore di S. Giovanni è stato ordinato che le ecclesie de S. Johanni e S. Linardo fuora della terra quali forne ruinate per le guerre (1370 e 1528) siano costruite dentro la città di Barletta dalle loro entrate che sono sufficienti a che nelli luoci dove prima esse sorsero si eriga una cappelluccia tale da coprire un altare con le immagini di S. Johanni e S. Linardo”.
I Canonici (fratres) ed i cavalieri dell’Ordine di S.Giovanni gerosolimitano (Cavalieri di Malta), durante il saccheggio del 1528, essendosi rifugiati nella chiesetta dedicata a S. Giovanni Battista (intra moenia) e poi trasferitisi nella chiesa del S. Sepolcro, vi portarono anche le loro Reliquie tra le quali la croce patriarcale.
Nel 1808, l’Ordine di Malta fu soppresso; le sacre Reliquie , tra le quali la croce patriarcale, rimasero ai Canonici (fratres) ormai facenti parte del Capitolo del S. Sepolcro.
Trentadue anni dopo, il Capitolo del S. Sepolcro, e quello di S. Giacomo, perdettero la qualità di ente giuridico (Legge 15 agosto 1867), entità che conservò solo il Capitolo della chiesa di S. Maria Maggiore, per essere stata elevata (Bolla di Papa Pio IX del 1860) a Cattedrale.
Il Capitolo del S. Sepolcro andò riducendosi nel numero dei Capitolari tanto che i pochi Canonici confluirono nel Capitolo di S. Maria Maggiore portandovi le sacre Reliquie. Scoppiato il primo conflitto mondiale (1915/18), l’Arciprete don Gabriele Maria Pio Rutigliano, evidentemente per motivi di sicurezza, ritenne opportuno custodire in casa sua le sacre Reliquie. Alla sua morte, avvenuta il 12 luglio 1922, le Reliquie dovettero essere date in custodia alle claustrali di S. Ruggero. Ciò si desume da un manoscritto, senza data, dove sono elencate ventinove “Sacre Reliquie ritrovate in casa del defunto Arciprete D. Gabriele Rutigliano”. Tra di esse sono menzionate:
- al punto 8° “Ex Ligno S. Crucis D.N.J.Ch. et ossibus S. Petri de Alcantara;
- al punto14° “Ex Ligno S. Crucis D.N.J.Ch.”;
- al punto 26° “Ex Ligno S.Crucis”.
Le due Reliquie indicate ai punti 14° e 26° sono le due Croci patriarcali della chiesa di S. Maria Maggiore e precisamente: quella donata dalla Regina Giovanna II e l’altra portata dai Canonici di S.Giovanni di Gerusalemme, entrambe ora custodite dalle benedettine di S. Ruggero di Barletta.
Nel monastero di S. Ruggero si custodiscono altri reliquiari contenenti frammenti del Legno della Croce. Ciò viene attestato da:
- bolla del Vescovo Giuseppe M. Castellani, Prefetto Apostolico, che autentica particula ex Ligno SS. Crucis Domini Nostri Jesu Christi, ex velo Beate Marie Virginis, ex Pallio sancti Josephi Sponsi eiusdem Beate Marie Virginia, S. Francisci Assisi Confessoris, ex velo imbuto sanguine S. Petri Apostoli nec non ex ossibus S. Vincentii Ferrerii, S. Hiacynthi Confessoris, S. Petri (Roma, 28 giugno 1815);
- bolla del Vescovo di Salerno che autentica le sacre reliquie di “ex ligno Crucis Domini Nostri Jesu Christi, ex ossibus SS. Innocentium, S. Mathaei Apostoli et Evangelistae, S. Stephani Protomartyris et SS. Martyrum Hydruntinorum” (Napoli 27 maggio 1828);
- bolla del Vescovo di Colle, Aloysius Traversi, che autentica la particella “ex Ligno Santissime Crucis D.N.J.C. che repone in hac parvula theca argentea ovalis formae cristallo” ( 26 dicembre 1886);
- bolla dell’Arcivescovo di Trani, Barletta, Nazareth, Salpi e Canne e Amministratore perpetuo della Chiesa di Bisceglie, Domenico Marinangeli, che autentica “particulas sacras ex Ligno Santissimae Crucis Domini Nostri Jesu Christi, ex aliis authenticis particulis” (Barletta, 3 marzo 1905).

 - Testo e foto tratti dal sito del Centro Regionale Servizi Educativi Regionali.
** Un sentito ringraziamento vada all'amico dott. Giuseppe Antonio Dibari per avermi fornito preziose indicazioni per la realizzazione di questa scheda monografica sulla Settimana Santa di Barletta.